Nessuna eliminazione certa degli studi di settore che per il 2018 dovranno essere allegati alle dichiarazioni dei redditi visto il ritardo nell’introduzione dei nuovi Indicatori sintetici di affidabilità fiscale (ISA) che probabilmente slitteranno al 1.01.2019. Questo è contenuto in un emendamento della maggioranza alla proposta di legge sulle semplificazioni fiscali (AC n.1074).
I nuovi indicatori comunque, non differiscono molto dai precedenti. I lavori per la loro introduzione tardano ad essere conclusi. Infatti è sufficiente osservare la documentazione presente sul sito dell’Agenzia delle Entrate per rendersi immediatamente conto che i lavori di preparazione per la partenza dei nuovi strumenti di compliance dichiarativa sono rimasti sostanzialmente inalterati e non sono andati avanti. I modelli degli ISA sono ancora nella versione “bozza internet” con molte pagine ancora in bianco, mentre non c’è nessuna notizia sul fronte dell’applicativo software che calcolerà il punteggio da attribuire al contribuente in termini di affidabilità fiscale all’interno di una scala di valori da 1 a 10.
I lavori della commissione degli esperti chiamati a stilare la redazione degli indicatori attualmente non risultano proseguiti, tanto che l’ultima traccia di una riunione dell’organismo risale al 14.12.2017. Data la situazione di stallo dei lavori, anche per il periodo d’imposta 2018 dovremo ancora continuare con la compilazione degli studi di settore da allegare alle dichiarazioni dei redditi 2019 dei titolari di partita iva. Ovvio che il ritorno improvviso sulla scena degli studi di settore non sarà semplice e comporterebbe, per la seconda volta, la necessità di applicare modelli in buona parte scaduti (più o meno i 2/3 del totale), perché approvati ormai da oltre un triennio e non assoggettati all’obbligatorio procedimento di revisione.
Tutto ciò avrebbe ovviamente ripercussioni sulla valenza e sull’efficacia accertativa di tali strumenti. Ma questo è un altro discorso. Dunque possiamo soltanto prendere atto che, con tutta probabilità, gli studi di settore torneranno anche per il periodo d’imposta 2018.