La fatturazione elettronica, tema caldo per la grande platea di soggetti interessati, vede l’obbligatorietà della stessa a partire dal 1° gennaio 2019 anche fra i privati. Ma rispetto a questo obbligo il Garante per la Privacy ha espresso numerose criticità all’Agenzia delle Entrate per la modalità di trattamento dei dati personali soprattutto per le operazioni dapprima di trasmissione, e successivamente di memorizzazione di un’enorme quantità di dati non solo rilevanti ai fini fiscali. Questo comporterebbe conseguenze per la tutela della riservatezza ma anche per le strategie aziendali delle imprese coinvolte.
Il Garante della Privacy lamenta l’emissione dei provvedimenti del 30 aprile e del 5 novembre 2018 emessi senza essere stato interpellato violando il Codice in materia di protezione dei dati personali, D. Lgs. n. 196/2003, modificato dal predetto D. Lgs 101/2018. Secondo il Garante, Fisco non ha individuato alcuna pratica volta a garantire ed assicurare il rispetto dei principi di limitazione della finalità, minimizzazione e riservatezza dei dati.
Un altro problema inerente la fattura elettronica riguarda la platea di consumatori che non hanno partita IVA sul portale dell’Agenzia e dei quali verranno acquisiti i dati senza chiedere il loro consenso, stante il loro diritto di ottenerne una copia, digitale o analogica, direttamente dall’operatore con il quale intratterranno rapporti. Ciò comporta un immotivato incremento dei rischi per i diritti e le libertà di tutti i privati cittadini.
A tutela di tali soggetti occorrerebbe apportare misure di tipo tecnico e organizzativo volte a garantire il rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali in tutta la filiera del trattamento dei dati personali effettuato a fini di fatturazione elettronica, con particolare riferimento al ruolo degli intermediari e alla concentrazione, presso soggetti che operano nei confronti di una grande moltitudine di operatori economici, di una mole enorme di informazioni, con elevati rischi di utilizzi impropri.
Si auspica pertanto una maggior gradualità nell’introduzione dell’obbligo di fattura elettronica 2019 come chiesto da categorie quali i commercialisti. In effetti da tempo sono state molte le richieste di un possibile rinvio, ma ad oggi il governo non sembra arretrare dalle sue decisioni. L’unico elemento di flessibilità inserito riguarda lo slittamento delle sanzioni per i primi sei mesi del 2019 per i ritardi nella trasmissione delle fatture. Si attende la risposta dell’Agenzia delle Entrate circa le risposte che fornirà in merito alle perplessità espresse dal Garante le quali potrebbero portare all’esclusione di alcune categorie, come medici e farmacisti, dall’obbligo di fatturazione elettronica.