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SI’ AL DECRETO CRESCITA – LE PRINCIPALI MISURE

Investimenti – Dal 1° aprile tornano i superammortamenti
A grande richiesta torna il superammortamento al 130% degli investimenti in beni strumentali. In particolare viene prorogata dal 1° aprile 2019 al 31 dicembre 2019, con esclusivo riferimento alla determinazione delle quote di ammortamento e dei canoni di locazione finanziaria, la maggiorazione del 30% del costo di acquisto dei beni strumentali all’attività di impresa. Una proroga comunque in forma ridotta visto che il 130% si applica sulla parte di investimenti complessivi che eccedono il limite di 2,5 milioni di euro. Restano esclusi dall’agevolazione gli acquisti di veicoli non strumentali all’impresa. La durata del superammortamento, così come accadeva in passato, si allungherà per altri sei mesi e potrà essere utilizzato per gli investimenti effettuati fino 30 giugno 2020, a condizione, però, che entro la data del 31 dicembre 2019 l’ordine risulti accettato dal venditore e sia già stato liquidato un acconto almeno pari al 20% per cento del costo di acquisto del bene.
Nuova rottamazione per multe e tasse locali
Torna la rottamazione di multe, Imu, Tasi, tassa rifiuti, consap e tosap le tanto altro che rientar sotto la voce «entrate, anche tributarie» di enti locali, regioni, provinc e città metropolitane. I cittadini potranno snare in via agevolata le ingiunzione di pagamento ricevute dal 2000 al 2017 al netto delle sanzioni. Si tratta comunque di una opzione per le amministrazioni locali che avranno sessanta giorni di tempo dalla data di entrata in del decreto legge sulla crescita, per deliberare l’avvio della definizione agevolata fissando le modalità con cui il debitore dovrà manifestare la sua volontà di aderire alla nuova rottamazione, i termini per la presentazione dell’istanza in cui il debitore dovrà indicare il numero di rate con il quale intende effettuare il pagamento, nonché la pendenza di giudizi che hanno oggetto i debiti cui si riferisce l’istanza di definizione agevolata, assumendo l’impegno a rinunciare alle liti, nonché l’ammontare complessivo delle somme dovute per la definizione agevolata, quello delle singole rate e la scadenza.
Regime forfettario – Obbligo di ritenuta sui redditi dei lavoratori
Con la legge di bilancio dal 2019 i contribuenti che applicano il regime forfettario possono avvalersi dell’impiego di dipendenti e collaboratori. Il decreto crescita interviene introducendo in questi casi l’obbligo di effettuare le ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente e assimilati. Una semplificazione che consente ai lavoratori interessati di evitare la presentazione della dichiarazione Irpef. Nessun aggravio invece per il datore di lavoro gia tenuto a liquidare mensilmenti con F24 i contributi. Inoltre per rendere più sostenibile per il dipendente l’impatto delle ritenute fiscali dei primi mesi del 2019, la disposizione prevede il loro frazionamento in tre rate mensili a partire dal terzo mese successivo a quello di entrata in vigore del Dl. Analoga disposizione viene prevista per i contribuenti che ricadranno nel nuovo regime sostitutivo introdotto dalla manovra applicabile nel caso di ricavi/compensi da euro 65mila euro fino a 100mila rinviato al 2020.
Capannoni e aggregazioni – Si alza lo sconto Imu Via a bonus sulle fusioni
Il pacchetto di misure fiscali per sostenere la crescita delle imprese passa anche per l’aumento progressivo della deducibilità dall’Ires e dall’Irpef dell’Imu pagata dagli imprenditori per gli immobili strumentali all’attività d’impresa. L’attuale aliquota del 40%, già raddoppiata in legge di bilancio dal Governo Conte, sale al 50% per l’anno in corso e (nel testo di ingresso) cresce all’80% per il trienno 2020-2022. L’aumento di 10% per il 2019 vale poco più di 83 milioni di euro di riduzione. Per sostenere la crescita dimensionale delle imprese torna il bonus aggregazioni introdotto nel 2009. Si tratta di un sconto fiscale sul disavanzo da concambio che emerge dalle operazioni di fusione e di scissione effettuate a partire dall’entrata in vigore del Dl crescita al 31 dicembre 2022, nonché sul maggior valore iscritto dalla società conferitaria nelle ipotesi di conferimento di azienda.
Mini-ires «2.0» – Subito l’Ires al 22,5% per gli utili in azienda
Addio, senza troppi rimpianti, alla mini-Ires ossia lo sconto di 9 punti percentuali dell’aliquota Ires (dal 24 al 15%) sugli investimenti in beni strumentali e in nuove assunzioni introdotta con l’ultima legge di bilancio. Il governo rivede la sua posizione anche alla luce del gelo con cui le imprese hanno accolto la mini-Ires fin dal primo momento e propone una nuova versione dello sconto Ires prevedendo un taglio progressivo di 4 punti percentuali per gli utili reinvestiti e lasciati i azienda.
Si parte da subito con uno sconto dell’aliquota dell’1,5% che colloca il prelievo sul reddito delle imprese al 22,5% con uno sconto in termini di competenza, stimato dalla Ragioneria , in 989 milioni di euro. Il taglio dell’Ires proseguirà di un altro punto e mezzo sia per il 2020 e il 2021 per attestarsi rispettivamente al 21,5% e al 20,5% per stabilizzarsi al 20% nel 2022 e una riduzione del prelievo di 2,5 miliardi di euro a regime.
Ricerca – Incentivi rientro cervelli Patent box semplificato
Rafforzati gli incentivi per il rientro dei cervelli. Sale da quattro a sei anni il regime di favore fiscale introdotto nel 2010 per docenti e ricercatori che trasferiscono la residenza in Italia a partire dall’anno 2020. Una durata che potrà essere ulteriormente prorogata a 8, 11 e 13 anni, in presenza di specifiche condizioni (sulla base del numero di figli minorenni e nel caso di acquisto di una casa in Italia). Semplificate poi le procedure per il patent box. Per beneficiare della tassazione agevolata sui redditi derivanti dall’utilizzo di brevetti, marchi e altri beni immateriali i contribuenti potranno scegliere di calcolare e indicare direttamente in dichiarazione il beneficio. In alternativa all’attuale procedura che prevede, invece richiesta e contraddittorio con l’agenzia delle Entrate. La variazione in diminuzione deve essere ripartita in tre quote di pari importo, nell’anno di imposta nel corso del quale è esercitata l’opzione e i due successivi.
Tutela dei loghi storici – Marchi: registro e fondo anti-delocalizzazioni
Viene istituito, presso l’Ufficio italiano brevetti e marchi del ministero dello Sviluppo, il registro speciale dei marchi storici (con almeno 50 anni) : l’iscrizione al registro speciale dei marchi storici è effettuata su istanza del titolare o del licenziatario del marchio ma può avvenire anche d’ufficio da parte dell’Ufficio se c’è notizia che l’impresa voglia chiudere il sito produttivo. Se la proprietà pianifica la chiusura dello stabilimento, con relativo licenziamento collettivo, deve innanzitutto notificarlo al Mise e se intende delocalizzare e non trova acquirenti si avvia una collaborazione con lo stesso ministero per individuare attività sostitutive per la reindustrializzazione e l’uso del marchio. Ci sono obblighi di notifica: se non si rispettano sanzioni fino al 3% del fatturato. Si prevede anche l’istituzione – sempre presso il ministero dello Sviluppo – di un Fondo per la tutela dei marchi storici con una dotazione iniziale di 100 milioni di euro. Le norme non sono retroattive e quindi non si applicheranno al caso della Pernigotti.
FONTE: Il Sole 24 Ore
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